MONTEGROTTO. Si è risolta con un patteggiamento di quattro mesi per omicidio colposo, l'inchiesta giudiziaria nei confronti di Albino Turlon, macellaio di Montegrotto, in relazione alla morte di una donna di 68 anni stroncata a febbraio dell'anno scorso da una forma di meningite di tipo batterico. La pena è stata applicata dal gup Giuliana Galasso, previo consenso del pm d'udienza Paolo Fietta. L'imputato, difeso dall'avvocato Franco Antonelli, aveva comunque già risarcito i familiari della vittima.
Ad uccidere la donna fu un agente patogeno (il micro-organismo denominato Listeria monocitica), probabilmente annidato in alcune parti bovine. Queste risultanze degli accertamenti effettuati nel corso dell'inchiesta, dapprima iniziata dall'allora pm Federico Prato (ora giudice del tribunale) e poi ultimata dalla collega Paola De Franceschi subentrata al suo posto.
I fatti risalgono ai primi di febbraio 2001, quando una pensionata (della quale non sono mai state rese note le generalità) comincia ad avvertire sintomi riconducibili ad una classica influenza: mal di testa, febbre alta, nausea. Ad un certo punto i dolori al capo si fanno più acuti e persistenti. I familiari decidono allora di ricoverarla nella Casa di Cura di Abano.
Ai medici basta poco per capire la gravità del caso: si tratta di meningite. Le difese immunitarie della donna appaiono deboli. Ogni terapia a base di penicillina tentata per strapparla alla morte risulta inutile. Muore il 19 febbraio.
Come succede nei casi di decesso per malattie infettive, entra subito in scena l'istituto di Igiene e Profilassi dell'Usl 16. Si scopre il responsabile di questo caso letale di meningite: un batterio denominato Listeria monocytogenes, presente nei vegetali in decomposizione, nel suolo, nei foraggi e nell'insalata cavolo crudo. Ma lo si trova pure nel latte, nel formaggio messicano, nonchè negli intestini di alcuni animali. Generalmente si riesce a contrastarlo efficacemente, ma nei fisici debilitati tutto può accadere.
La tragica vicenda inizia il 6 gennaio dell'anno scorso. La pensionata e sua figlia dapprima acquistano un bovino in un macello autorizzato, poi se lo fanno sezionare dal macellaio di fiducia. Le parti vengono poste nel congelatore di casa. Dopo la morte della donna, nella macelleria ispezionata si trovano tracce di batteri. Il negozio viene disinfestato da cima a fondo.
Alla Casa di Cura di Abano erano quel giorno di turno il medico del Pronto Soccorso Safar Oussana, ematologo, e Fabio Ancona, guardia medica, fratello del professor Ermanno. Entrambi ricordano benissimo la vicenda della donna morta per meningite. Ogni anno in Italia i decessi dovuti alla Listeria monocytogenes risultano, al massimo, dieci. Sulla vittima si erano probabilmente scatenate anche altre concause letali. |