MONTEGROTTO. Passeggeri stipati come sardine, innervositi dall'aria irrespirabile e decisi, almeno a parole, a forzare le porte dei vagoni chiusi in testa e in coda al treno. Un viaggiatore inferocito si chiede se le carrozze siano chiuse perché infestate da un virus letale. Intanto le porte si chiudono dietro all'ultimo passeggero salito a fatica a Terme Euganee. E' accaduto sabato scorso sul treno regionale diretto a Venezia via Rovigo, che ferma a Terme Euganee alle 8.24. La situazione è penosamente la stessa su tutti i treni da Bologna diretti a Padova o a Venezia, almeno fino alla corsa che sosta a Montegrotto alle 10.07. «I vagoni sono chiusi - azzarda qualcuno - perché Trenitalia deve risparmiare i soldi per le pulizie». «Allora che ci aumentino le tariffe degli abbonamenti», gli fa eco una giovane impiegata. Sono molte le soluzioni proposte più o meno ironicamente. Ma a chi rivolgersi per segnalare il problema? Risponde un gesto educato ma eloquente del controllore: non dipende da lui. Il treno si riempie all'inverosimile a Monselice, ma il personale della stazione locale demanda la responsabilità della ressa alla stazione di Rovigo. Tra i continui sobbalzi dei vagoni, le spinte involontarie ai vicini, i rischi di pericolose cadute a ogni frenata e i fastidiosi starnuti del vicino sulla faccia, i passeggeri decidono d'indire una raccolta di firme, che viene riproposta ai pendolari saliti alle successive stazioni di Montegrotto e di Abano Terme. Chiara e concisa la motivazione del reclamo: «Viaggio in piedi, con carrozze del treno chiuse, nel tratto Bologna-Venezia. Chiedo spiegazioni». La maggior parte dei viaggiatori firma. E' una situazione potenzialmente pericolosa, che potrebbe rivelarsi fatale in caso di emergenza. «Solo allora - commenta un pendolare stanco d'iniziare la giornata in questo modo - forse faranno qualcosa». E nel frattempo? A Rovigo la speranza di ottenere spiegazioni muore di fronte alla solita risposta: «Non è di nostra competenza». Telefonando agli uffici di Padova, così come in quelli dei dirigenti e dei responsabili dei rapporti con la stampa di Venezia, di nuovo ci si irrita e alla fine ci si arrende all'ennesima segreteria telefonica. Qualcuno suggerisce di rivolgersi a Trenitalia attraverso le associazioni dei consumatori. Intanto negli ultimi giorni di carrozze «sigillate» non se ne sono più viste. |