Saranno trasformati in un museo del vetro d'autore gli austeri locali del rustico di villa Draghi. Il via libera alla trasformazione non poteva non passare attraverso una modifica al regolamento per l'utilizzo degli spazi, approvata dal consiglio comunale con i soli voti della maggioranza di centrodestra (astenuta la Lega, contrari gli ulivisti Cognolato e Fasolato e l'ex-assessore Pellizzari).
L'ultima trovata del sindaco Luca Claudio si sposa con l'esigenza di individuare una destinazione idonea alla struttura, ad oltre tre anni dalla sua inaugurazione. Verrà creato un polo d'attrazione culturale, con la benedizione della Sovrintendenza e dell'Università di Padova. Nei locali espositivi, al piano superiore dell'immobile, saranno collocate opere di varie provenienze, dai vetri degli artigiani di Murano ai cristalli prodotti in Boemia. Regista dell'intera operazione sarà il professor Umberto Dal Negro, famoso scultore di origini aponensi.
Il Comune conta di poter inaugurare il museo del vetro ad ottobre: sono già stati acquisiti alcuni capolavori dei maestri Giuman e Orsoni. Non sarà comunque una vetrina fine a sè stessa: gli ospiti delle Terme euganee avranno l'opportunità di contattare direttamente i produttori per l'acquisto delle opere.
La sala convegni al primo piano del rustico avrà invece un'altra destinazione. Claudio vorrebbe realizzare un impianto multimediale per la catalogazione del patrimonio archeologico del bacino euganeo. Una scelta non condivisa dall'ex-sindaco Cognolato che ha criticato la perdita di un locale prestigioso per conferenze, riunioni e dibattiti.
In precedenza la seduta si era aperta con un gustoso siparietto: negli stessi orari e nella stessa sala del Palaturismo dove si teneva il consiglio comunale era stata indetta una riunione pubblica per illustrare i trattamenti contro la zanzara tigre. L'iniziativa era stata pubblicizzata con volantini distribuiti casa per casa. Palpabili l'imbarazzo e la rabbia dipinti sui volti degli amministratori. Sguardi rivolti verso l'assessore all'Ambiente Giampaolo Tibaldi, cui verrebbe addebitato il clamoroso errore. Incalzato dalle opposizioni, il sindaco ha fatto pubblica ammenda. Mentre i pochi intimi interessati alla zanzara tigre si accomodavano nel salone delle feste al piano terra. |